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10 November, 2006

Chiarire il passato

Ogni tanto mi vengono in mente episodi, contrasti del passato che non sono stati chiariti, per vari motivi. Piccole cose, dove sono magari stato accusato ingiustamente, ma non ho potuto difendermi. Non è raro che non mi importi di aver ragione... uno potrebbe pensare diversamente, visto quanto sono agguerrito nelle discussioni fatte per il puro fine di discutere. Ma se c'è una persona cara dall'altro lato, nelle condizioni in cui cercare di convincerla servirebbe solo a farla star male, arrabbiare, o quant'altro, non mi pesa, ad esempio, scusarmi anche se per me sono "nel giusto". Se dall'altra parte c'è una delle tante persone di cui non mi importa, capita che li lasci a crogiolarsi nel loro "torto". Se il destino vorrà, si accorgeranno di quale sia l'errore.
Ma ci sono dei casi passati, in cui avrei voluto difendermi, affermare l'ingiustizia. E non ho potuto farlo. Non sto parlando semplicemente della sindrome dell'uomo di Teflon, come l'aveva chiamata John, cioè di lasciar correre quelle piccole banalità fastidiose, che singolarmente non pensiamo valga la pena di riferire, che pensiamo sia assurdo riferire, ma che si accumulano fino a far saltare il coperchio.
Pensando agli eventi recenti, in qualche modo, mi è tornato in mente una scena di tanti anni fa; ero in prima superiore, con una insegnante di lettere che per qualche motivo ce l'aveva con me. Non ho mai capito perchè: in tutta la mia vita sono sempre andato molto bene in lettere, sono sempre andato d'accordo con le insegnanti, ho sempre avuto un ottimo voto in condotta - tranne quell'anno. Inoltre, era perfettamente convinta io fossi un ignorante illetterato, che odiava leggere. Questo nonostante i miei genitori arrivassero al punto di nascondermi i libri per farmi smettere.
Ad ogni modo, l' episodio è questo:
Allo scattare di una qualche ora (solare), in un momento di silenzio, praticamente tutti gli orologi della classe hanno suonato contemporaneamente. Inconsciamente, abitudinariamente, ho portato lo sguardo all' orologio. Pronta, l'insegnante mi ha ripreso dicendo qualcosa del tipo "Cosa guardi l' orologio! Hai avvisato tutta la classe che sono le XX".
Non c'è stato modo di rispondere, sul momento, e qualche mese dopo, prima della fine dell'anno (scolastico) l'insegnante è morta.
I miei voti in letteratura sono tornati nella mia media, ho cominciato un buon rapporto con la nuova insegnante.
Ma non ho mai potuto chiarire i problemi con quell'insegnante che mi ha seguito per meno di un anno.

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